martedì 24 aprile 2018

Le lingue dell’Uzbekistan


 
Il Chor Minor di Bukhara
Nelle settimane scorse, dal 10 al 21 aprile, ho fatto uno scambio Erasmus + in Uzbekistan. Sono le cosiddette azioni KA 107: ne avevo già fatta una l’anno scorso in Kazakistan, ma non sono mai riuscito a raccontarla qui. L’esperienza di quest’anno, peraltro, è stata davvero gradevole: l’Uzbekistan si è rivelato meravigliosamente interessante.
 
Il mio scambio era con l’Università di Bukhara, con il coordinamento del professor Abror Juraev. Ne ho approfittato però per fare anche una rapida visita a Samarcanda, dove all’Istituto di Lingue straniere c’è anche l’insegnamento dell’italiano… con professori e studenti bravissimi e molto simpatici.
 
L’Uzbekistan è meravigliosamente fotogenico, e spero di mettere in linea questa settimana qualche foto in più. Per me però è stata molto interessante anche la componente linguistica, con tutte le sue complicazioni. La lingua ufficiale del paese è infatti l’uzbeco, una lingua turca, però a scuola, anche se nel paese sono presenti pochissimi russi, tutti gli studenti devono imparare anche il russo… e ora, l’inglese. Più in dettaglio, le scuole sono divise in “scuole russe”, in cui l’insegnamento è in russo con corsi di uzbeco, e in “scuole uzbeche”, con insegnamento in uzbeco con corsi di russo. All’università la lingua di insegnamento è generalmente il russo, e nei negozi di Samarcanda la formula di ringraziamento a volte è l’uzbeco rakhmat e a volte il russo spaziba.
 
Inoltre: le due città di Bukhara e Samarcanda sono da secoli abitate da popolazioni di lingua tagica, cioè una lingua strettamente imparentata al persiano – e quindi indoeuropea. Dalle statistiche ufficiali non risulta, anche perché la scelta di collocare Bukhara e Samarcanda in Uzbekistan e non in Tajikistan è uno degli esempi della politica sovietica di tenere sotto controllo i popoli dell’Asia Centrale suddividendoli in repubbliche che rendessero difficile un’azione comune. Tuttavia, a quel che sento, in entrambe le città ancora oggi il tagico è una lingua che molti parlano come lingua materna e che tutti devono conoscere. Le lingue indispensabili sul posto sono quindi tre: uzbeco, russo e tagico.

La statua di Nasreddin Khoja a Bukhara

Soprattutto, per me è interessante l’ennesimo esempio di diffusione dell’alfabeto latino. L’uzbeco, che per lungo tempo era stato scritto con l’alfabeto arabo, passò all’alfabeto latino nel 1927; nel 1940 però l’Unione Sovietica imposte il passaggio al cirillico. Nel 1992 il processo è stato invertito e il sistema di scrittura ufficiale è di nuovo l’alfabeto latino… anche se a scuola vengono insegnati entrambi gli alfabeti e nelle insegne e nelle pubblicazioni a stampa mi sembra che predomini ancora il cirillico, mentre negli edifici pubblici, a cominciare dalle università, si vede solo alfabeto latino.
 
In aggiunta a deserti e monumenti, tutto questo ha reso il viaggio molto più interessante. L’accoglienza e la gentilezza di studenti e docenti hanno fatto il resto, e spero di poter scrivere qualcosa di più nei prossimi giorni.
 

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