mercoledì 21 settembre 2016

L'italiano a Nairobi


 
L'incontro all'Istituto Italiano di Cultura di Nairobi
In questi giorni sono stato a Nairobi per una serie di interventi e discussioni sull’italiano e sulla diversità linguistica. Tutti gli eventi sono stati organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Nairobi, e in particolare dell’addetta culturale Francesca Chiesa, da poco più di un anno direttrice dell’Istituto.
 
La serie di impegni è stata così fitta che non sono riuscito a raccontare le cose in tempo reale, e devo rimediare adesso. Per cominciare, il pomeriggio del 15 nella sede dell’Istituto c’è stato un incontro con docenti e studenti (italiani e kenyoti) interessati alla lingua e alla cultura italiana, e a tematiche linguistiche più in generale. L’incontro è stato molto cordiale e pieno di domande interessanti e competenti… a cui ho cercato di rispondere al meglio. La sede dell’Istituto si è anche rivelata un posto molto adatto per questo genere di discussioni.
 
Tutta la mattina del 16, invece, è stata dedicata a una “public lecture” rivolta principalmente agli studenti dell’Università Jomo Kenyatta di Nairobi. Tema: Italian Language and ICT. Uno dei miei argomenti preferiti, insomma. Io ho cercato di combinare la presentazione dei dati di fatto e degli sviluppi futuri con uno sguardo più a largo raggio sul futuro della lingua e degli strumenti di comunicazione.
 
E in parallelo, naturalmente, ho cercato di interessare gli studenti allo studio dell’italiano. Ma su questo ho dovuto fare ben poca fatica, perché l’interesse era alto già in partenza. L’università Kenyatta, infatti, al momento non ha un insegnamento regolare di italiano, e questo viene sentito come un limite profondo. In Kenya, come è stato detto più volte in questi giorni, il turismo italiano è infatti terzo per importanza, dopo quello proveniente dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, ed è frustrante la scarsità di supporto per chi voglia imparare la lingua per lavorare nel settore. Adesso, però, grazie al lavoro dell’Istituto Italiano di Cultura, mi sembra che la speranza di un miglioramento sia ben fondata.
 
Mattina all'Università Kenyatta: parla il dottor Peter Kibutu

Come introduzione alla “public lecture” hanno quindi parlato delle prospettive pratiche dell’italiano sia l’efficientissimo professor Vincent Were, Direttore del dipartimento di Lingue straniere, sia la professoressa Alice N. Ondigi, presidentessa del corso di laurea in “Hospitality and Tourism Management”. Studenti e docenti presenti hanno fatto un gran numero di domande.
 
Lo scambio di idee e progetti è d’altra parte andato avanti anche in serata, grazie a un’iniziativa dell’ambasciatore italiano a Nairobi, Mauro Massoni; aggiungo che a tutti gli incontri del giorno ha partecipato anche l’ambasciatore svizzero, Ralf Heckner, molto gentile nel suo sostegno alla lingua e alla cultura italiana.
 
Con Khainga O’Okwemba nella sede della KBC
Per chiudere il programma, infine, il pomeriggio del 17 ho fatto una lunga (un’ora!) intervista per il servizio in inglese della radio pubblica, la Kenya Broadcasting Corporation. A intervistarmi, per il suo programma “Books Café”, è stato Khainga O’Okwemba, presidente della sezione locale del PEN Club, poeta e critico, noto anche per la sua rubrica regolare sulle pagine dello “Star” di Nairobi. A sorprendermi non è stata solo la lunghezza dell’intervista, ma anche il fatto che abbia spaziato su una gran varietà di argomenti: d’accordo l’importanza e l’utilità dello studio dell’italiano, o le grandi linee della storia linguistica italiana, ma qui siamo andati a trattare perfino delle mie esperienze a scuola…
 
Sono stati, insomma, tre giorni intensi e affascinanti. Sulla mia permanenza qui spero di raccontare altro tra poco, ma non posso fare a meno di ringraziare profusamente Francesca Chiesa, che avevo già conosciuto in Libia nel 2013, anche per le sue numerosissime iniziative e le lunghe conversazioni. La signora Vincenza Pedrini ha dato invece un importante supporto pratico... mentre degli spostamenti in auto dirò qualcosa in più, credo, nel prossimo post.
 

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