mercoledì 21 novembre 2012

Addio al desktop


Dopo quasi un mese di uso, posso dire che con Windows 8 mi trovo sorprendentemente bene. Certo, preferivo Linux (sì, perfino Ubuntu, perfino Unity), e se potessi tornerei immediatamente lì, ma purtroppo:
  1. ho troppi programmi, irrinunciabili, che girano stabilmente solo sotto Windows 
  2. mi sono affezionato al prendere appunti a mano libera (riconoscimento della scrittura incluso), e Linux non offre nulla di paragonabile al collaudatissimo sistema Windows e a OneNote 
  3. per la compatibilità con hardware esterno, e anche con proiettori, Linux mi ha dato spesso fastidi
Il mio attuale schermo Start

Sul mio HP TouchSmart tm2, poi, Windows 8 ha rappresentato un netto miglioramento rispetto a Windows 7. Dopo un po’ di lotta con i driver, non solo il sistema fa tutto quello che faceva prima, ma è chiaramente più veloce e più stabile. Mi dà poi una curiosa soddisfazione l’abbandono della metafora del desktop. Con quella, così come con quella di “cartelle”, ho lottato per decenni. I primi sistemi di questo tipo ho iniziato in effetti a provarli sul mio primo computer, se ricordo bene, nel 1990, con Framework, che innestava su Dos un ambiente grafico in interfaccia a carattere. Poi sono passato a Windows 3, e infine a Windows 3.1 nel 1992. In tutti i casi, fin dall’inizio le varie applicazioni della metafora del desktop mi sono sembrate non solo inutili, ma fuorvianti. Tipo: che cosa ci fa un cestino sulla scrivania? E che cosa ci fanno i mobili porta-cartelle, accanto, che so, all’orologio?
 
All’epoca non sapevo che tutti quei programmi, e anche quelli Apple, non avevano fatto che copiare meccanicamente l’interfaccia sviluppata quarant’anni fa per lo Xerox Alto. Lì la metafora del desktop aveva un minimo di logica, ed era comunque una specie di primo tentativo; vent’anni più tardi, lo studio del modo in cui lavorano gli utenti avrebbe dovuto suggerire qualcosa di diverso. Io del desktop ho sempre fatto un uso ridottissimo: di regola lo ripulisco in fretta di tutti i link o collegamenti a programmi (che piazzo in altre sezioni, a seconda del sistema) e lo riduco a cartella di parcheggio per i file di uso temporaneo. Non ho mai capito perché, invece del desktop, il punto di partenza non fosse una bella panoramica dei contenuti del filesystem, tipo Esplora risorse, o una lista di programmi, tipo lo “springboard” dell’iPhone…
 
Bene, con Windows 8 in sostanza ciò che compariva all’interno del menu “Start / Avvio” è stato semplicemente spostato in una paginona “Start” a schermo pieno, che è la prima cosa che si vede quando ci si identifica sul computer. Questa già di partenza mi sembra una soluzione molto più pulita e funzionale delle precedenti.
 
Problema: la paginona “Start” è coperta, inizialmente, di icone che rimandano ad altrettante “app” Metro (il nome dell’interfaccia ufficialmente non è più quello, ma in mancanza di meglio continuiamo a chiamarla così). E il livello di Metro e delle sue app è probabilmente destinato a migliorare in fretta, ma per adesso è ridicolo, oltre che in contraddizione con regole che, batti e ribatti, si sperava fossero state assimilate. Del tipo, l’app di Skype non solo occupa lo schermo pieno (lo schermo del mio computer ha dimensioni troppo ridotte per sopportare lo “snap”, cioè la suddivisione automatica, che dovrebbe essere una caratteristica di Windows 8), ma non permette di ricevere file. L’app Foto ci mette più di Picasa, a caricare, è lentissima e piena di bachi – o incomprensibile. Non mi dilungo, perché l’ha già fatto, con il dovuto senso di incredulità, e ripescando il mio caro Tufte, Jakob Nielsen.
 
Beh, in fin dei contri Metro è perfettamente aggirabile. Io ho fatto piazza pulita delle app, e nel menu Start in pratica ho lasciato solo le icone che rinviano ai programmi “desktop” che uso più di frequente. Certo, cliccando su quelle icone si abbandona l’interfaccia Metro e si viene portati a quella classica… ma il desktop stesso rimane in pratica invisibile e io trovo molto comodo questo salto diretto. Così come, alla fine, trovo comodo cercare un programma poco usato digitandone il nome dentro una casella di ricerca, invece che frugando all’interno di un menu complesso. Inoltre, Windows 8 ha tutta una serie di scorciatoie da tastiera che semplificano molto la vita e spesso consentono di fare a meno del mouse (e ha perfino il prompt dei comandi che si può richiamare dall’interno di una cartella, mantenendo la posizione in cui ci si trova: comodissimo per un vecchio utente come me, che ogni tanto fa ancora le cose con un “copy ab*.*”, o simili).
 
Conseguenza: in pratica non vedo più lo sfondo del desktop. E questo… beh, non dico sia un evento da festeggiare, ma è l’eliminazione di un fastidio periferico che se ne era rimasto lì per vent’anni. Quindi, in definitiva: zero impatto di Metro, un computer più scattante, una metafora fastidiosa scomparsa – il bilancio per me è positivo.
 

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