venerdì 3 febbraio 2012

Stampatello e corsivo su tablet PC

 
A inizio settimana Mediaworld ha messo in vendita sul proprio sito i tablet PC HP Touchsmart tm2-2101sl. Io ne ho comprato uno al volo, combinato con un pacchetto software che include anche OneNote: mi pentirò della spesa, ma era l’unico sistema, credo, per avere un tablet PC con funzioni di inchiostro digitale da provare con tutta calma, usare per qualche dimostrazione d’aula – e sbatacchiare un po’ in giro, in condizioni reali.
 
Ora, dopo qualche giorno di pratica, posso fornire un paio di opinioni un minimo motivate. Usare la macchina mi ha dato diverse sorprese, sia in positivo sia in negativo.
 
Per quelle in negativo, va detto preliminarmente che il tablet PC che ho comprato è un modello di fascia bassa, anzi, è di gran lunga il più economico in vendita adesso in Italia. Può darsi che una parte dei problemi che ho riscontrato si riduca con i meccanismi di fascia alta, ma una parte sicuramente non sparirà... E in particolare, non sparirà il problema maggiore, cioè Windows 7.
 
I tablet PC hanno, quasi per definizione, sistema operativo Windows: né Linux nelle varie forme né Mac né Android né altri sistemi minori hanno la capacità di gestire la scrittura a penna che fa parte integrante delle versioni più recenti di Windows. Capacità che, come dirò meglio tra un attimo, ha raggiunto per alcune funzioni un livello sorprendentemente elevato. Ciò non toglie che il problema maggiore di un apparecchio di questo genere sia... Windows. Mettersi a cercare di lavorare seriamente su una macchina del genere venendo da un Ubuntu recente o da iOS è quasi uno choc. I pezzi del software sembrano messi assieme a casaccio, funzionano con lentezza estrema e si piantano senza ragione. Io uso (= devo usare) sistemi Windows da vent’anni, avendo brevemente iniziato, se ben ricordo, con il 3.0, prima di passare al 3.1 appena uscì, e dovendo usare ancora oggi Vista in dual boot sul mio computer. In vent’anni di cambiamenti, la qualità della mia esperienza utente con Windows è rimasta quasi costante, e anche questo apparecchio non fa eccezione.
 
Il software peraltro non è l’unico problema del Touchsmart tm2-2101sl. Beh, a ben pensarci, perfino il nome potrebbe essere un filino più accattivante... ma andando sul concreto, la macchina è molto pesante per le sue dimensioni e lo schermo non solo ha un angolo di visibilità molto ridotto, ma riflette tantissimo la luce, rendendo difficile lavorare perfino in interni, se c’è una lampada nelle vicinanze. Un tablet PC, del resto, è un normale portatile con qualche funzione aggiuntiva, e non sorprende quindi che sia meno maneggevole ed economico di un computer tradizionale con schermo di pari dimensioni. Dopodiché, si gira lo schermo, lo si ripiega sulla tastiera, si tira fuori lo stilo e – sorpresa! Il riconoscimento della scrittura a mano è molto, molto migliore di quello che mi aspettavo. Innanzitutto, non richiede una fase di addestramento, come usava una volta, e non occorre quindi fornire un campione della propria calligrafia: il riconoscimento è immediato, al primo avvio. Seconda cosa, ancora più incredibile: il sistema legge non solo lo stampatello, ma anche il corsivo. Pure questo senza fasi di addestramento, e con risultati più che decorosi. Per esempio, questo è un campione di testo in stampatello minuscolo scritto all’interno di OneNote (eliminare l’icona del touchpad si è rivelato stranamente difficile):

 E questo è il modo in cui è stato decifrato ed esportato in Word:

Ispirata alle teorie che più radicalmente hanno
innovato Lo studio della lingua, in primo luogo la grammatica generativa (ma anche la pragmatica e la sociolinguistica), la "Grande grammatica"
ira a una descrizione delle strutture dell'ita
piano nella forma più piana e semplice...

In quanto al corsivo, ecco l’esempio:
 Ed ecco i risultati della decifrazione:

zona di riconoscimento del corsivo
spirata alle teorie che più radicalmente
hanno innovato lo studio della lingua, in
primo luogo la grammatica generativa..."

Il mio corsivo non è certo elegante o regolare, ma è stato decifrato in modo soddisfacente ai primi tentativi e con un numero accettabile di errori, con l’unico limite del mancato riconoscimento delle lettere maiuscole – ho fatto diverse prove, ma non ne è stata identificata neanche una. Per aggirare il problema si possono usare nel testo corsivo le maiuscole dello stampatello; mi chiedo però a che cosa sia dovuto questa differenza.
 
In generale, inoltre, scrivere sullo schermo si è rivelato stranamente semplice, una volta presa confidenza con i comandi di OneNote (qualcuno avrà mai definito le interfacce di Windows come “intuitive”?). Lo schermo del Touchsmart tm2-2101sl risponde sia allo stilo sia alle dita in modo molto sofisticato, e per esempio permette di posare tranquillamente il polso sul vetro mentre si scrive. L’“inchiostro digitale” lascia subito il segno sullo schermo, e l’impressione di usare una vera penna è molto forte. Almeno nelle prove che ho fatto finora, i caratteri devono essere piuttosto grandi per essere leggibili – ma la qualità del tracciamento è infinitamente superiore rispetto a quella di dispositivi come l’iPad, dotati di un semplice digitalizzatore passivo. Tracciare testo e immagini a mano libera, andando poi a fare ricerche tra gli appunti, è quindi una possibilità concreta.
 
I tablet PC oggi rappresentano un mercato di nicchia. Che all’interno di questa nicchia si sia evoluta una tecnologia tanto matura (anche se non priva di limiti) fa venire spontanea una domanda: come potrebbe essere, per esempio, un tablet PC con schermo da 15 pollici, realizzato secondo le stesse specifiche di un ultrabook e un livello di cura per il software simile a quello mostrato da diversi prodotti Apple? Non credo che verrebbe usato solo per guardare il Corriere on line o per giocare ad Angry birds.
 

8 commenti:

Licia ha detto...

Aggiungo un esempio su riconoscimento della scrittura e parolacce: Parolacce, software e localizzazione.

Anonimo ha detto...

Temo che per un bug di Blogger il mio commento precedente sia finito nello spam. Avevo cercato di dare qualche informazioni sul perché la scrittura in corsivo è più facile da riconoscere.

Licia Corbolante

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Licia! In effetti, i tuoi commenti mi arrivano correttamente per e-mail, ma qui non li vedo pubblicati...

Anonimo ha detto...

(Riprovo come utente anonimo!).


Ho lavorato in Microsoft nel team di supporto linguistico per l’italiano e anche se non avevo partecipato direttamente allo sviluppo del sistema di riconoscimento della scrittura dei Tablet PC, vorrei dire che i buoni risultati di riconoscimento non dovrebbero stupire perché a monte c’è un lavoro incredibile. Ogni lingua presenta caratteristiche proprie (ad es. combinazioni e frequenze di grafemi diverse, segni diacritici particolari ecc.) a cui si aggiungono peculiarità specifiche per ogni paese (ad es. nei diversi sistemi scolastici la scrittura si apprende in modo diverso) e ovviamente caratteristiche individuali per ciascuna persona. Esistono quindi recognizer specifici per i diversi locale*, ad es. per l’inglese vengono usati recognizer diversi per gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Australia ecc. e chi scrive in inglese E2 (English as a second language) non sempre ottiene gli stessi risultati di una persona madrelingua.

Per quanto paradossale possa sembrare, il sistema di riconoscimento della scrittura dei Tablet PC “preferisce” il corsivo, in cui le lettere sono unite le une alle altre, ad altri tipi di scrittura a lettere separate come lo stampatello. Il riconoscimento si basa su sequenze di tratti, in inglese stroke (“the amount of ink that you write or draw, that begins when you touch the tablet pen to the screen and ends when you lift the pen”), e gli stroke delle parole in corsivo forniscono molte più informazioni che non i singoli stroke di lettere individuali. L’esempio tipico che viene fatto in questi casi è quello di un singolo segno verticale, che potrebbe essere interpretato come una I maiuscola, una L minuscola oppure il numero 1. Più “complessi” sono gli stroke e più “facile” diventa ricavare informazioni di context awareness ed associarli alle parole del lexicon (il “dizionario” delle parole di ciascuna lingua con informazioni di frequenza e altri dati). Ecco perché frasi scritte in maniera apparentemente poco leggibile ma in corsivo a volte sono meno problematiche da riconoscere rispetto a singole parole costituite da lettere separate che invece all’occhio umano sembrano chiarissime.

Per il problema del mancato riconoscimento delle maiuscole corsive non saprei dare una risposta, però posso supporre che tra i campioni di scrittura raccolti in Italia prevalessero le maiuscole semplificate più simili alle lettere dello stampatello che non a quelle tradizionali del corsivo.

Concludo con la mia esperienza di utente di Tablet PC: all’inizio ero affascinata dal sistema e da tutte le sue potenzialità ma ero ben presto tornata alla modalità tradizionale perché lavorando soprattutto con testo trovavo più funzionale (e veloce) scrivere direttamente con la tastiera.


* Il concetto espresso dal termine locale non è facilmente traducibile ed indica tutte le impostazioni specifiche di un certo mercato e di una certa lingua, come ad esempio il formato della data, dell’ora, il tipo di tastiera, il separatore decimale ecc.

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Licia! Grazie anche per questi interessantissime informazioni...

Avendo trafficato un po' con OneNote, ho avuto anche modo di vedere il peso assegnato a tutti i meccanismi "intelligenti" di decifrazione della scrittura. Per esempio, una stessa parola viene letta in due modi completamente diversi, a seconda che sia stato impostato il riconoscimento in italiano o in inglese.

In effetti, forse il peso assegnato a questi meccanismi è addirittura eccessivo: scrivere nomi propri e così via è un logorio, perché il sistema continua a sostituirli con parole del suo dizionario...

Andrea Angelotti ha detto...

Ottimo acquisto il tm2! Io ti sto scrivendo dal mio! ;)
Parli di fascia bassa, ma da studente di ingegneria informatica, che programma e usa software di virtualizzazione piuttosto pesanti, ti assicuro che il tm2 con il suo processore i3- 380um non teme confronti!
Altra cosa, alla fine non hai detto perché non ti piace windows.. pensa che una volta provato Seven io ho abbandonato ubuntu invece, con Seven mi pare abbiano proprio fatto il salto di qualità! ;)
Mai un crash, pochissimi problemi di compatibilità, un elenco finalmente completo di programmi per ottimizzare e pianificare le prestazioni del sistema, una volta che é tutto configurato per bene la maggior parte delle operazioni viene eseguita in background.. io direi: finalmente un sistema operativo facile, intuitivo e prestazionalmente valido! ;)

Andrea ha detto...

Mi chiedevo se avessi aggiornamenti su questo... Sarei molto interessato ad avere un taccuino/tablet su cui poter scrivere con inchiostro digitale. Non ho capito se Evernote permette di farlo, e mi pare che la app OneNote su Android non supporti la scriittura con inchiostro digitale. Dunque, il tuo setup (Windows 8 + OneNote) è ancora l'unico? Grazie!

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Andrea!

Purtroppo, a quel che so, il sistema Microsoft di inchiostro digitale funziona esclusivamente su Windows. Non mi sembra che ci sia niente di altrettanto sofisticato in giro per Android... quindi, per i table veri, mi sa che l'unica è un sistema Windows 8, o comunque con un Windows recente.

Al di là dell'hardware, devo dire che, sullo stesso computer, il tracciamento con OneNote funziona molto meglio che con gli altri programmi. Sicuramente, dietro a questo risultato c'è un notevole lavoro di sviluppo - piuttosto difficile da duplicare, penso.

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