martedì 16 febbraio 2010

I tassisti di Delhi

Ripensando a quel che scrivevo un paio di post fa: ai tassisti di Delhi sicuramente servirebbe saper leggere. Soprattutto se ci fossero buone mappe a disposizione. Ma ne vale la pena? Qual è, per loro, il rapporto costi / benefici?

Negli ultimi anni si è discusso molto sui miti dell'alfabetizzazione. Al di là dei miti, mi sembra indiscutibile che, di per sé, saper leggere e scrivere non serva a molto al di fuori di alcuni precisi contesti. Se passo tutto il tempo a zappare, e quando torno a casa fa già buio e non ho lampadine, a che cosa mi serve l'alfabetizzazione?

Beh, io penso che serva comunque parecchio, e che sia di per sé una bellissima cosa. Però la domanda successiva è: sì, ma ne vale la pena? Qual è il rapporto costi / benefici? Dato per scontato che saper fare una cosa sia sempre meglio che non saperla fare, ne vale la pena?

In questi giorni sto leggendo una bella raccolta di studi: The Making of Literate Societies, pubblicata da Blackwell nel 2001 a cura di David R. Olson e Nancy Torrance. L'atteggiamento della maggior parte degli autori sembra ragionevole: l'alfabetizzazione di per sé non è una bacchetta magica. Occorre che ci sia attorno una società capace di gestirla. O, come dice uno degli autori, saper leggere e scrivere un contratto non serve a molto, se poi non c'è un sistema giudiziario efficace che lo possa far rispettare. Dal punto di vista economico, si vedono casi di società molto alfabetizzate ma prive di sviluppo economico, e di società prospere anche se a bassa alfabetizzazione. In India il confronto standard è quello tra il Kerala e il Punjab; in Europa, si potrebbe sostenere che è più o meno il rapporto che si è avuto per molti anni tra Regno Unito e Italia... se non fosse che, in questo caso, le diversità nazionali nascondono forse somiglianze più strette tra le regioni sviluppate.

In ogni caso, un concetto di base è quello di "covariation" (come usato in questo libro per esempio da Armin Triebel, p. 33): l'alfabetizzazione interagisce con molte altre variabili. E soprattutto, esistono tipi molto diversi di "alfabetizzazione" (il termine italiano poi è un po' infelice, visto che in alcune parti del mondo le scritture non sono alfabetiche: meglio usare il termine inglese literacy).

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