domenica 29 novembre 2009

Trema, ombra di Confucio

L'esame finale per il corso di cinese incombe. Inoltre, visto che domani e dopodomani sarò al seminario di Bologna su Italiano e sistema Italia, ho dovuto preparare per oggi l'autopresentazione finale. Sudando alla tastiera ho messo assieme quattro righe, ancora da correggere ma senz'altro molto profonde:

我 叫 米可, Tavosanis.

我 是 意大利人. 我 四十 一 岁了.

我是 Pisa 的大学 意大利 语 老师. 我 学 网 的 语.

我 喜欢 学 汉语 和 中文.


Il Parnaso della prosa cinese può far posto per un nuovo ospite, accanto al Sogno della camera rossa e Ai margini dell'acqua. Cioè, ammesso che mi riesca di passare l'esame, naturalmente...

martedì 24 novembre 2009

Disegnare il cinese

Dicevo in un post precedente che disegnare su schermo è un'attività abbastanza marginale, oggi. Con un'eccezione interessante: il disegno dei caratteri cinesi. In qualità di studente di cinese alle primissime armi, ho trovato questa funzione molto utile.

Giusto per dare un po' di contesto: i sistemi operativi moderni, per esempio Windows Vista (quello che sto usando adesso per scrivere), permettono di inserire nel testo caratteri cinesi in diversi modi. Uno di questi consiste nello scrivere da tastiera la trascrizione pinyin, che viene immediatamente convertita nei caratteri corrispondenti, riducendo il numero di alternative man mano che si va avanti nella scrittura della parola. Per esempio, per scrivere il classico 吗, ma (particella interrogativa in fine frase), vado sulla barra della lingua di Vista, al posto di IT seleziono CH e incomincio a scrivere: prima una m, e compare una lista di possibili caratteri; poi una a, e compare una lista più mirata, con all'inizio 吗 (e, più in basso, altri possibili caratteri, tra cui per esempio 马 per ).

In questo modo è molto facile inserire una parola di cui si sa la trascrizione in pinyin, e non c'è neanche il problema di ricordarsi i segni diacritici per i toni: xue viene immediatamente mostrato come 学, aihao come 爱好, e così via (gli esempi sono tutti in caratteri semplificati, secondo lo standard della Repubblica Popolare, che è quello che sto studiando adesso). In alcuni casi, però, il numero delle possibilità è molto alto - visto che il cinese ha tantissimi omografi.

In questi casi si rivelano utili le funzioni di disegno. Su Vista c'è la possibilità di disegnare caratteri con il mouse. Con l'iPhone si disegna con il dito sul touchscreen, dopodiché si seleziona il carattere desiderato tra quelli che sono apparsi sulla destra dello schermo. Con un minimo di pratica, ci vuole in media più o meno lo stesso tempo necessario a scrivere usando l'alfabeto latino.

mercoledì 18 novembre 2009

Come in un romanzo

Oggi è arrivato anche nelle librerie di Pisa Altai, l'ultimo romanzo dei Wu Ming, ambientato nella seconda metà del Cinquecento. È il seguito di Q, e le prime pagine sembrano all'altezza del primo atto, a dieci anni di distanza.

Dal punto di vista linguistico, in questo romanzo ci sono diverse novità, incluso un uso estensivo dei dialetti - e mi sa che adesso dovrò riscrivere buona parte del mio lavoro presentato a Varsavia, per tener conto dei nuovi elementi. Io però segnalo Altai adesso in quanto ho avuto l'onore di venir incluso nel libro come personaggio: nei primi capitoli compare Marco Tavosanis, "il furlano", sgherro della Serenissima Repubblica di Venezia...

La comparsa è verosimile anche dal punto di vista storico. Anche se i Tavosanis sembrano documentati solo dal Settecento, ai tempi dei tempi evidentemente ogni tanto qualcuno di loro scendeva giù dalle montagne e andava in città. E, quando si ha la fortuna (?) di ritrovarsi come cognome una sequenza di nove caratteri mai usata per altri scopi in nessuna altra lingua del mondo, non è difficile controllare le attività degli antenati tramite Google Books: per esempio, in una Raccolta di atti del governo provvisorio di Venezia, tra gli ufficiali di Marghera nel 1849 compare un "tenente Tavosanis" (p. 55). Lo sbirro cattivo del libro potrebbe quindi essere più realistico del previsto!

venerdì 13 novembre 2009

Varsavia a novembre

Martedì 10 ho fatto un intervento a Varsavia all'interno del convegno Fiction, faction, reality: incontri, scambi, intrecci nella letteratura italiana dal 1990 a oggi, organizzato dall'Università e dall'IIC di Varsavia.

Il mio intervento era dedicato alla Lingua moderna dei romanzi storici; cioè, in sostanza, all'uso a volte anacronistico di un linguaggio moderno (soprattutto per gli insulti) in libri come Q di Luther Blissett / Wu Ming, oppure come la trilogia di Magdeburg di Alan D. Altieri. Con, in più, qualche confronto con la situazione non italiana, a cominciare dal Baroque Cycle di Neal Stephenson, di cui però a Varsavia non ho potuto parlare un gran che. Mi rifarò, auspicabilmente, con la versione per gli atti del convegno.

Il viaggio è stato anche un'occasione interessante per visitare Varsavia, dove non ero mai stato. Particolarmente curioso poi il centro la mattina dell'11: festa nazionale con negozi chiusi e tanti gruppetti di rievocatori in uniformi d'epoca.

Adesso, al rientro, mi ritrovo con un arretrato imponente di compiti da correggere, tesi da rivedere e così via... ma spero di riallinearmi presto.

giovedì 5 novembre 2009

Dopo Lucca

Il buon Plazzi ha messo in linea, tra le altre cose, il video del mio intervento a Lucca. Finalmente sbarco anch'io su YouTube, dove potrò tentare di sottrarre quote di pubblico ai video dei gatti che fanno cose strane...
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