giovedì 8 gennaio 2009

George Lakoff, Non pensare all'elefante!


Come appendice dei lavori che seguo adesso sulla metafora e sulla sinestesia ho letto anche la traduzione italiana di uno dei più recenti libri "politici" di Lakoff, Don't think of an elephant! A livello di contenuto il libro è davvero leggerino. Sono saggi e interventi (piuttosto ripetitivi) di inizio millennio, centrati attorno alle sconfitte democratiche nelle elezioni americane pre-2008.

La cosa interessante è che Lakoff applica al discorso politico il suo discorso "scientifico" in modo immediato. Cioè, Lakoff ritiene che la metafora sia uno dei modi più importanti con cui gli esseri umani ragionano, e ritiene quindi che riuscire a imporre una metafora o l'altra al pubblico significhi farlo pendere per un partito o per l'altro.

I limiti delle idee di Lakoff sono quindi comuni sia al discorso politico che a quello scientifico. Come ha fatto notare Pinker, gli esseri umani usano sì metafore, ma non se ne fanno condizionare oltre una certa soglia. Le parole o i quadri mentali sono potenti strumenti di condizionamento, ma hanno forti limiti. E gli elettori votano sulla base di tanti fattori.

Detto questo, Lakoff ha il vantaggio di fornire un po' di idee stimolanti per far uscire il dibattito pubblico dal lessico e dalle metafore esposte dalla destra. Una parte delle sue idee è ridicola, un'altra parte è più praticabile. Interessante anche l'individuazione dei due modelli metaforici: il "padre severo" per la politica della destra americana, il "genitore premuroso" per quella della sinistra.

Applicando i discorsi al caso della politica italiana, in effetti, va detto che le metafore forti, quelle che hanno vinto negli ultimi anni, sono state tutte appannaggio della destra. Non ricordo studi scientifici su questi argomenti (anche se qualcosa dovrebbe esserci), però provo a fare una lista sintetica di espressioni di successo, rilanciate per anni da giornali e telegiornali:

- mettere le mani nelle tasche degli italiani (etichetta affibbiata a qualunque tassa del centrosinistra...)
- padroni in casa propria
- contratto con gli italiani

Per la sinistra ricordo solo il "tesoretto" - che non è neanche una metafora, ma una semplice etichetta, e pure sgradevole. Perché non provare a giocare al gioco di Lakoff e non proporre qualche alternativa di segno diverso (e più realistica) ad alcune definizioni recenti? Per esempio:

proteggere l'italianità = tassa occulta
classi ponte = barriere all'integrazione
eliminare le tasse sulla casa = spostare il peso delle tasse su chi lavora
eccetera...

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